
Articolo a cura del Dr. Fioravante Serrani
È laureato in SCIENZE AGRARIE presso l’Università degli Studi della Tuscia. Svolge la professione di Agronomo ed è iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Viterbo.
È autore di alcune decine di Pubblicazioni scientifiche e divulgative e ha partecipato come relatore a diversi Convegni Nazionali ed Internazionali sulla gestione della fauna.
La carne di selvaggina: una risorsa rinnovabile
Il consumo di carne di selvaggina è un privilegio e per apprezzarne appieno le qualità è necessario capire l’origine di questo prodotto. La caccia ed il nutrirsi di selvaggina sono alla base dell’evoluzione della specie umana. Alimentandosi di cibi altamente nutrienti, come la carne, i nostri antenati hanno avuto la possibilità di avere più tempo per pensare ed evolversi. Le tecniche di caccia di gruppo necessitando di comunicazione, hanno favorito la creazione di un linguaggio. Il desiderio di ingraziarsi il fato o gli dei o madre natura, ha stimolato il primo artista a fissare, con le pitture nelle grotte, attimi immortali di caccia.
E oggi qual’è il senso della caccia? Essa è in realtà uno dei tanti modi per essere parte integrante del ciclo della vita, sia emotivamente che economicamente. Infatti l’uso delle risorse naturali, come la raccolta dei funghi, la pesca, o la legna da ardere, ha un riscontro prima di tutto emotivo, pensiamo ad un falò in spiaggia o al fuoco di un camino in una baita di montagna, ma anche economico, infatti con quel fuoco possiamo cucinare e scaldarci. L’importante è che l’utilizzo di queste risorse naturali sia consapevole e responsabile.
Ecco il giusto approccio: USO SOSTENIBILE DI RISORSE RINNOVABILI.

Il bosco, infatti, può essere gestito con tagli periodici, affinché, pur prelevando legna da ardere, la sua integrità e soprattutto la sua funzione ecologica non siano compromesse.
Ma cosa è successo al bosco in Italia dal dopoguerra ad oggi? Contrariamente a quanto si possa pensare ,esso ha visto triplicarsi la propria estensione!
Molte delle aree di montagna e collina che erano coltivate sono tornate ad essere foreste e con essa sono anche tornati gli ungulati.
Cervo, capriolo, cinghiale, daino e muflone negli ultimi decenni hanno riconquistato la nostra penisola arricchendo a tal punto gli ecosistemi da favorire anche la presenza del lupo.
Nel caso del cinghiale addirittura, siamo di fronte ad un problema , basti guardare all’aumento dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali.
Da qui nasce l’esigenza di fare gestione.
Ecco dunque le “RISORSE RINNOVABILI”! Ma qual’è il loro “USO SOSTENIBILE”?
Gli ungualti rappresentano un capitale che produce periodicamente i suoi interessi.
Con la caccia si prelevano questi interessi e dobbiamo farlo secondo criteri di sostenibilità e di eticità.
La carne di selvaggina deriva da piani di prelievo elaborati scientificamente che utilizzano tecniche di caccia a basso impatto sulla popolazione, al fine di non indebolirla.